Chi è il brand stylist?

Chi è il brand stylist?

Designer e stratega

Il brand stylist è un designer e uno stratega che si occupa di progettare l’immaginario del marchio (stile di brand, logo, colori, icone, pattern, illustrazioni, layout…) in modo che sia riconoscibile e distintivo, che comunichi il messaggio in modo ponderato e intenzionale per attrarre i giusti clienti e connettersi con i loro desideri.

Coordina tutti gli aspetti della comunicazione visiva per ottenere, attraverso immagini e sensazioni, la connessione emotiva che permette di sviluppare relazioni al ungo termine.

Come può esserti utile

Brand non è sinonimo di logo, brand è ciò che le persone percepiscono quando entrano in contatto con i tuoi prodotti e servizi. Maya Angelou disse che le persone non ricordano cosa hai detto ma come le hai fatte sentire. L’aspetto positivo è che questa percezione può essere guidata attraverso l’immagine di brand che aiuta a connetterti con i clienti giusti per te.

Il brand stylist ti aiuta a conoscere meglio il tuo brand e i tuoi clienti e a definire lo stile che ti rende immediatamente riconoscibile, prima di progettare logo e materiali di comunicazione. Se studiato con attenzione e intenzione diventa una grandissima risorsa che consente di far vedere ai tuoi clienti il progetto attraverso i tuoi occhi raccontando visivamente cosa ti rende speciale.

Studiare lo stile di un brand è più di disegnare il logo, anche se questo è al centro dell’identità di un brand. Progettare lo stile significa riunire caratteri, forme e colori per creare la giusta atmosfera che riflette i valori del brand, aggiunge profondità, fascino e personalità. Chi studia con attenzione lo stile avrà un’identità visiva che risuona a livello emotivo e istintivo comunicando inconsciamente i valori; ogni elemento della comunicazione sarà armonizzato e ciò aiuta a creare un’immagine di brand forte.

Non solo coerenza visiva e riconoscibilità ma rende anche molto più semplice gestire le grafiche che produci ogni giorno consegnando delle chiare regole da seguire.

Come lavora

Immagino che ogni professionista abbia il proprio metodo di lavoro, il mio inizia con una breve chiacchierata per capire se sono la professionista che stai cercando.

Il passo successivo è indagare l’anima del brand attraverso alcune schede di approfondimento prima e esplorando poi la personalità attraverso gli archetipi.

In questa prima parte del lavoro immaginiamo il brand come una persona che ha sogni, paure, desideri… e passo passo progettiamo l’ambiente in cui vive definendo lo stile visivo raccogliendo nella moodboard immagini che risuonano, ispirazioni e suggestioni.

La definizione dello stile è il passo successivo: scegliamo logo, carattere, colori, forme… e solo successivamente progettiamo il logo.

I collaterali sono l’ultimo passo e possono essere moltissimi, li studiamo a seconda delle esigenze, un passo alla volta, ma tutti rigorosamente coordinati con lo stile che abbiamo definito inizialmente. Esempi di collaterali (o touch point) sono la carta intestata, biglietto da visita, cartoline e brochure, cataloghi, grafiche per i social network e per il sito Internet… ma anche cartelloni e roll-up.

Qui trovi spiegato in modo più dettagliato come lavoro e i singoli passi che facciamo insieme.

Piccolo vocabolario di brand

Piccolo vocabolario di brand

Periodicamente ho l’abitudine di sfogliare libri già letti e di riordinare appunti perché mettere ordine mi aiuta a focalizzarmi e allinearmi.

Tra le pagine che ho riletto in questi giorni ho trovato un paragrafo evidenziato che per me è fondamentale:

“Il marchio si rivolge alla nostra soglia percettiva secondo le spoglie di una “bella forma” ma si trasforma prima in un simbolo e poi in vettore dinamico in grado di giungere fino al nucleo fondante della nostra identità individuale.”

(Antonella Giardina – Il marchio Demiurgo)

L’ho scritto tante volte: progettare un logo non è fare un bel disegnino, è assumersi una grande responsabilità perché come tutti i segni della comunicazione, ha una enorme risonanza emotiva e cognitiva, capace di raggiungere luoghi meno noti della nostra identità individuale. Ad un segno vengono associati valori, emozioni, percezioni… e questo segno ha il potere di influenzare le nostre decisioni.

Cosa sono un marchio, una marca, un brand, un logo…?

Di seguito ho preparato un piccolo dizionario di brand per chiarire i concetti e poterci capire quando ne parliamo:

Piccolo vocabolario di brand

Brand: marca, è un’entità concettuale che evoca un insieme di valori definendo il posizionamento, è la percezione che le persone hanno su una marca che permette di distinguersi. Wikipedia la definisce come una “relazione”.

  • Brand equity: l’insieme dei valori del brand.
  • Brand identity: l’insieme dei codici visuali, testuali, verbali, sonori, olfattivi e tattili che hanno il compito di rendere riconoscibile e differenziare la marca.
  • Brand personality: la personalità con cui la marca si presenta. Approfondisce la brand identity con lo scopo di creare un “personaggio avatar” che renda visibili il modo di essere e pensare, avvicinando la marca ad un essere umano.
  • Branding: è il processo di costruzione della marca.
  • Brand system: l’insieme di elementi concettuali e visuali che permettono ad un Brand di comunicare in modo coerente.
  • Brand image: l’dentità visiva, i codici visuali e testuali (caratteri) che rendono riconoscibile la marca
  • Marchio: l’insieme degli elementi testuali e visuali che compongono la marca, il segno grafico che la distingue
  • Logotipo: il nome della marca scritto con un carattere riconoscibile.

Gli elementi di un marchio

  • concept = il concetto differenziante da trasmettere
  • nome = il nome unico, evocativo
  • simbolo (originale) che trasmette emozioni, evoca concetti e valori
  • colori (caratterizzanti) che ci parlano con un linguaggio universale
  • carattere tipografico (il font) che aiuta ad ottenere maggiore riconoscibilità
  • grafica che mette insieme gli elementi)
  • payoff (tagline) breve espressione che completa l’identità verbale (è un’affermazione, una dichiarazione di intenti…)
  • Brand manual: tutto questo viene raccolto nel brand manual, la bibbia, il manuale di istruzioni per il corretto utilizzo del marchio
  • Touchpoint: punti di contatto ovvero tutti gli elementi (grafiche, video, suoni…) con cui le persone vengono in contatto con la marca attraverso vari canali (social, sito, newsletter, stampa…)

 

5 passi da fare per progettare una marca

Ora che i concetti sono più chiari, vediamo i passi da fare per costruire una marca, un brand:

  1. prendere consapevolezza della propria identità (quali sono i valori, qual è la visione a lungo termine, come voglio realizzare questa visione…);
  2. progettare la comunicazione cercando la coerenza comunicativa per non mandare messaggi discordanti e costruire un’identità solida e duratura;
  3. farsi conoscere sul mercato (brand awareness);
  4. verificare se il modo in cui siamo percepiti corrisponde a quanto abbiamo progettato;
  5. ritornare al punto 1 per verificare che sia tutto allineato e coerente o se la marca si è evoluta per cui ha bisogno di qualche aggiustamento.

Prisma d’identità (J. N. Kapferer)

Secondo Jean-Noel Kapferer l’identità di marca è costituita da 6 elementi: fisico (le caratteristiche oggettive della marca, cosa offre), personalità (il carattere della marca), relazione (lo scambio simbolico di contenuti e significati legati alla marca), cultura (di cui la marca è espressione), immagine riflessa (il tipo di target che viene associato alla marca), auto-immagine (come il target percepisce sé stesso).

Scarica il PDF stampabile per iniziare a studiare l’identità del tuo brand.

Se invece stai progettando i tuoi materiali per i social ecc. (dicasi touchpoing) allora controlla che tutto quello che stai facendo sia perfettamente in linea con i tuoi obiettivi e l’identità del tuo brand.

Significa:

– usare gli stessi colori definiti in partenza
– gli stessi caratteri
– gli stessi elementi grafici e forme studiati apposta per te

Potrebbe essere davvero utile creare dei template in modo da velocizzare la produzione dei mille materiali che fai ogni giorno e assicurarti di restare coerente con il messaggio che vuoi comunicare, quindi progettare un brand system.

Vuoi cominciare a progettare il tuo logo?

  1. definisci gli obiettivi (cosa vuoi fare?)
  2. definisci l’anima del marchio (puoi aiutarti con gli archetipi)
  3. individua lo scenario competitivo (i tuoi concorrenti cosa fanno?)
  4. cerca ispirazioni (evviva Pinterest!)
  5. condividi questi materiali con il tuo designer 🙂

Cosa serve per fare un sito Internet

Cosa serve per fare un sito Internet

Stai pensando di fare un sito?

Il sito Internet è un po’ come la tua casa virtuale: unico e vivo. Non ci sarà un sito uguale ad un altro perché dovrà rispecchiare la tua identità e, soprattutto, sarà in continua evoluzione, soggetto a modifiche e miglioramenti.

Ho voluto provare a stilare una “lista di cose da fare” per chi ha in mente di creare il proprio sito, non è esaustiva ma rende l’idea del lavoro “dietro le quinte” prima della messa online.

Prima di iniziare

Prima di metterti a lavorare al nuovo sito rispondi a queste domande:

  1. Cosa ti aspetti di ottenere dal tuo sito?
  2. Cosa vuoi fare con il tuo sito? (vendere prodotti e servizi oppure corsi, condividere informazioni, farti conoscere, mostrare il tuo lavoro, mettere a disposizione risorse gratuite, prenotare online, calendario eventi, abbonamenti e membership…)
  3. Conosci il tuo pubblico? Sembra scontato ma, credimi, è uno dei passaggi più impegnativi.

Conosci te stesso (e il tuo pubblico)

Lavorare ad un sito Interne implica un grandissimo lavoro di introspezione. Chi sei? Cosa vuoi mostrare di te e del tuo lavoro? Quali sono i servizi e prodotti che vendi? Che emozioni vuoi trasmettere?

Chi sono i tuoi clienti? Chi sono e cosa cercano? Come arrivano al sito? Che informazioni cercano? Cosa vuoi che facciano nel tuo sito?

Scrivere nero su bianco tutte queste informazioni, in un modo chiaro e comprensibile, per trasformarle nei testi per il sito non è esattamente facile.

Se hai già affrontato un percorso di personal branding il tuo lavoro sarà più veloce, in caso contrario sarà meglio che tu ti fermi a fare il punto sul tuo brand prima di cominciare.

Un sito è come una casa: ha bisogno di manutenzione

Il sito sarà la tua casa o il tuo ufficio nel mondo virtuale, pertanto, proprio come il tuo ufficio fisico, dovrà essere aggiornato e controllato periodicamente in modo che tutto funzioni ma anche in modo che segua le normative, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei Cookie e la Privacy.

E come per ogni casa sarà soggetto a cambiamenti e revisioni. È tutto normale ma dobbiamo decidere insieme chi gestirà queste cose e le piccole variazioni che potranno esserci nel tempo.

Insegnami a fare da me

Una volta che il sito sarà online sarebbe opportuno che tu fossi in grado di gestire autonomamente tutte le piccole modifiche come aggiungere un nuovo blog post, inserire immagini o correggere testi.

Per questo alla fine del lavoro è utile fare insieme un giro dietro le quinte del sito per vedere come si fanno queste cose ed avere una guida da seguire.

Il programmatore: gestire un sito dal punto di vista tecnico sta diventando sempre più “macchinoso”, ci sono moltissimi aggiornamenti o cambiamenti da tenere d’occhio per cui molte volte potrebbe essere necessario appoggiarsi ad un tecnico esperto.

Cosa serve per un sito

Visual (la grafica)

Ho messo come primo punto la parte grafica perché guardando in giro per la rete le cose che ti piacciono puoi prendere spunto anche per i tuoi contenuti, osservando cosa scrivono e come organizzano i materiali.

Quali sono i siti che ti piacciono? (anche al di fuori del tuo settore) e perché?

  • Hai un logo? mi serviranno i file in alta risoluzione in tutte le declinazioni (orizzontale, centrato, icona…)
  • Quali sono i caratteri della tua immagine visiva?
  • Condividiamo anche la palette colori che ti rappresenta per essere coerenti con la tua immagine.
  • Hai un brand manual o qualche indicazione che ti ha fornito il tuo grafico?

    Copy (i testi)

    Un sito ha moltissimo testo, anche se non sembra. Testi lunghi nelle pagine, microtesti “nascosti” che può vedere solo Google, pulsanti e menù che vanno personalizzati a seconda del tuo tono di voce. Nella scrittura va rispettato il tono di voce che ti rappresenta.

    Ecco le pagine che sicuramente ci saranno nel tuo sito per le quali dovrai produrre i testi:

    Home

    La pagina più importante che contiene una breve presentazione di chi sei e cosa fai, la descrizione dei tuoi servizi (sintetica), il tuo target, alcune recensioni.

    Serve anche un bel titolo, una frase sintetica e descrittiva che dice con chiarezza cosa fai e per chi (non vale usare i “titoli” come coach, designer…) come se lo spiegassi a tua nonna.

    About

    Io sono, cosa faccio, la mia esperienza e le mie competenze, cosa puoi aspettarti da me, sono la persona giusta per te se…

    Quali sono i miei prodotti e perché sono unici, cosa ne pensa chi ha già comprato… Puoi approfondire qui.

    Servizi

    Serve una pagina generale con un testo descrittivo e le singole pagine per ogni servizio con la descrizione, il prezzo, i benefici, le FAQ, le recensioni. Puoi approfondire qui.

    Contatti

    Tutti i modi in cui possono contattarti (telefono, indirizzo, email…) e restare in contatto con te (social, newsletter)

    Blog

    • Almeno tre articoli del blog pubblicati prima di andare online.
    • Una mini biografia da mettere nella barra laterale
    • Definire le categorie per gli articoli (e i tag).

    Pagina 404

    Questa è una pagina che appare quando succedono inconvenienti sul sito. Possiamo personalizzarla con un messaggio adatto al tuo brand e a l tuo tono di voce.

    Call to action

    Non si tratta di una pagina ma di brevissimi testi che identificano le chiamate all’azione (come i testi dei pulsanti o i microtesti iscriviti, compra, scopri, leggi, approfondisci…).

    Privacy policy e informativa Cookie

    Ci sono alcuni contenuti “legali” che ogni sito dovrebbe avere per evitare infrazioni, ad esempio la Partita Iva e la pagine che spiegano come gestirai i dati degli utenti (privacy policy) e i cookie (informativa cookie). Ti consiglio di fare un passaggio con un professionista per chiarire i contenuti di queste sezioni.

    Altre cose che potrebbero servire:

    Hai in mente di regalare tutorial o risorse gratuite? Vanno impostate prima e va stabilito come i tuoi lettori le riceveranno.

    Pensi di inviare una newsletter periodica? Dobbiamo stabilire come collegarla al sito e andranno scritti i microtesti per invitare i lettori ad iscriversi e tutti i messaggi delle varie mail di iscrizione.

    Potrebbero servire anche altre pagine, a seconda delle tue esigenze, e potresti anche aver bisogno di un professionista che ti aiuti nella scrittura dei testi: un copywriter.

    Immagini (le foto)

    Sicuramente hai visto, navigando, che ogni sito internet è ricco di immagini. Hai già pensato a quali possono essere le tue?

    Ci sono due possibilità:

    A. utilizzare immagini di stock (gratuite o a pagamento) che però possono essere usate anche da altre persone. Siti con foto di stock gratuite: Unsplash, Pixabay, Pexels

    B. (consigliata) affidarsi ad un fotografo per scattare le tue foto. Qui alcuni esempi di foto di brand, per capire cosa intendo.

    Avrai bisogno di:

    • Una foto accattivante per la home page
    • Una foto tua per la home page quando dici chi sei, una per la pagina about, una per i contatti e una per la biografia che appare nel blog.
    • Immagini per i tuoi servizi: una foto per ciascuno da usare come “indice” visivo e altre foto (almeno un paio per ogni servizio) che svelino qualcosa di più.

    Mettiamo insieme i pezzi

    Una volta che hai chiarito tutti i passaggi precedenti è il momento di mettere insieme le informazioni:

    1. Brief: ricapitoliamo gli obbiettivi
    2. Architettura del sito: quali pagine e come sono collegate tra loro
    3. Raccolta dei contenuti: copy, immagini, grafica
    4. Acquisto nome e hosting, indirizzi email
    5. Personalizzazione grafica
    6. Inserimento contenuti
    7. Test e messa online
    8. Formazione

    Nella mia biblioteca trovi il PDF con la check list stampabile. Ricevi la chiave per entrare iscrivendoti alla newsletter. Ci vediamo dentro!

    Nebbia fitta

    Nebbia fitta

    Vederci chiaro e mantenere la coerenza visiva nei momenti bui

    Mi piace molto navigare su Pinterest, raccogliere idee, spunti, ispirazioni per disegnare identità di brand. L’ho fatto anche per me stessa: una gigantesca bacheca con tutte le cose che mi ispiravano e che avrei voluto per il mio brand, ed è una cosa che consiglio di fare, anzi, che condivido con chi lavora con me. Rappresenta un punto di partenza importantissimo per individuare una linea visiva.
    Ma diciamocelo, fa fare anche un po’ di confusione.

    Capita poi che ci siano momenti in cui la direzione non sia chiara, non solo per l’immagine ma anche per l’identità. A volte succede perché non si ha abbastanza consapevolezza, sono i momenti in cui si è all’inizio e il fatto che tutto sia un po’ confuso è più che normale, bene così.

    Spesso però capitano momenti in cui, dopo le vacanze, un periodo di fermo o quando si è sommersi dal lavoro, in cui è facile perdere la direzione perché manca chiarezza mentale necessaria. A volte capita perfino che tu non te ne accorga neanche finché dall’esterno qualcuno non te lo fa notare. In questi momenti Pinterest diventa una fonte di guai, così come i template di Canva…
    Succede a tutti almeno una volta, è capitato anche a me .

    Se hai una tua attività, un blog… avrai già sentito parlare di pianificazione: piano di marketing, editoriale, calendario, batching… insomma ci si organizza per dare una direzione coerente e sensata alla comunicazione.  Secondo me è utile anche per non avere buchi e essere supportati durante l’anno nel momento in cui si lavora a pieno regime, per non perdere il filo e abbandonare il blog a se stesso. Cosa facilissima da fare, perdere il ritmo, almeno per me.

    Ma per la parte visiva come funziona?

    Quando pubblichi un post sul blog o sui social devi comunque pensare alla parte grafica, e come si fa a mantenere la coerenza nei periodi di nebbia fitta?

    Altrove ho scritto di quanto sia importante avere uno stile visivo che ci identifichi, e penso sia fondamentale averlo chiaro soprattutto per questi momenti bui, insieme ad alcuni strumenti che aiutano a mantenere la direzione.

    Dal mio punto di vista se non sei un grafico abituato a seguire stili visivi e adattare la comunicazione all’identità e allo stile di un brand è davvero difficile, anche in tempi normali, stare dentro delle regole, soprattutto quando non sono espresse e scritte da qualche parte.
    Purtroppo sono quelle regole che aiutano a far percepire “coerente e professionale un’azienda o un professionista.

     La comunicazione visiva, che lo vogliamo o no, arriva prima delle parole:
    Prima percepisco forme e colori e poi leggo i testi (se mi interessa, se sono stato catturato …)
    Per questo è davvero importante in primis studiarli bene e mantenere lo stile nel tempo.

    Il primo passo è la consapevolezza

     Se parti da zero sicuramente il primo passo è la consapevolezza sull’identità di brand:

    • Conoscersi (importante soprattutto se tu sei il tuo brand): qual è la personalità?
    • Conoscere il progetto: di cosa si tratta? Qual è l’idea? Qual è la cosa interessante? Dove crei maggior valore?
    • Conoscere il contesto/mercato: cosa c’è fuori? Chi potrebbero essere le persone interessate a quello che fai?
    • Sapere chi fa le cose che fai anche tu: cosa fanno?
    • Cercare gli aspetti che ti distinguono: cosa sai fare tu che non sanno fare gli altri o fanno in modo diverso? Come fai quello che fai?

    Come tirar fuori gli elementi unici di un brand? Il primo passo di ogni progetto di lavoro è proporio la consapevolezza, chi lavora con me ha scavato cercando la propria essenza, a volte facendoci aiutare dagli archetipi che portano a galla tutte le cose inespresse che non riesci a tirar fuori. Ci possono essere anche modi diversi purché riescano a fare emergere i tratti unici della personalità di brand.

    Lo stile visivo del brand

    Il secondo passo è creare uno stile visivo che sia coerente con l’identità e la accompagni. Gli elementi visivi per un brand funzionano come un vestito per una persona. E non è vero che “l’abito non fa il monaco” perché l’abito è la prima cosa che vedi e ti fai un’idea proprio su quello che vedi (vestito o comunicazione non verbale che sia).

    Lo stile mette insieme tutti gli elementi che abbiamo visto fin qui, fa una sintesi delle cose importanti, e per poterlo progettare nel modo migliore è necessario: conoscere il significato dei colori e delle forme e la personalità dei caratteri tipografici.

    La sintesi

     L’ultimo passo è sintetizzare: riuscire ad esprimere l’anima del brand con pochi elementi.

     Inutile infilare troppi concetti, si rischia di creare confusione. So che ci sono tante cose che ti distinguono dai tuoi concorrenti, ma qual è quella più importante senza la quale non sei tu?

     Come per la scrittura è utile avere un calendario editoriale, per la comunicazione visiva è importante avere una tavola di stile (moodboard) che mantiene viva l’atmosfera del brand: aiuta in ogni decisione che devi prendere per la tua immagine, anzi, decidendo colori, caratteri e forme in anticipo nel momento in cui devi progettare qualche grafica avrai già tutto pronto, non correrai il rischio di usare elementi che non centrano con il tuo brand e hai la sicurezza di procedere in modo coerente.

     

    Cosa ti blocca in questo processo?

     Leggere la lista delle cose da fare per definire l’identità visiva è facile, tutta un’altra storia realizzarla davvero. Ci sono anche alcune cose che potrebbero bloccarti e che un poco alla volta vanno risolte: 

    • Non ti conosci abbastanza a fondo: hai mai fatto un percorso di personal branding? Gli archetipi possono aiutarti a fare chiarezza.
    • Emozioni come paura, senso di inadeguatezza sono all’ordine del giorno, come trovare il modo di prenderle per mano e danzare con loro?
    • Poca chiarezza: la chiarezza è fondamentale per portare avanti un progetto di lavoro e per definire l’identità visiva. Il rischio è rifare più e più volte la stessa cosa, ricominciare ogni volta dall’inizio, e non è bello. Può aiutarti un confronto, un punto di vista esterno.

    Agire definisce l’identità

     Come posso aiutarti? Possiamo fare un percorso con gli archetipi di brand per definire la tua personalità oppure una consulenza con me per vedere se tutto è allineato ed eventualmente fare i piccolo aggiustamenti…

     Se non hai ancora chiara la tua identità mi sento di suggerirti comunque di agire.
    La chiarezza spesso viene facendo le cose, per cui non lavorare solo nella tua testa ma prova ad agire, a fare test, a sperimentare, in questo modo le cose poco alla volta si chiariranno e riuscirai anche a capire cosa ti differenzia, la tua personalità e, infine, definire il tuo stile di comunicazione visiva.

    Qual’è il tuo prossimo passo? Potresti partire facendo il test per scoprire quali sono i tuoi archetipi:

    Photo by Pascal Debrunner on Unsplash
    Lo spazio bianco

    Lo spazio bianco

    Lo spazio bianco, o vuoto, è come il silenzio: funziona da amplificatore per le nostre emozioni.

    Una delle cose più difficili da spiegare alle persone è la questione dello spazio bianco. In molti hanno la sensazione che il “vuoto” in una pagina sia uno spreco di spazio, a volte fa anche paura. In realtà nella grafica è uno degli elementi fondamentali (e non é necessariamente è di colore bianco).

    Considerata la tendenza che abbiamo oggi di riempire lo spazio di oggetti (che spesso non servono) e il tempo di impegni, lo spazio bianco sembrerebbe andare contro la corrente.

    Anche nei progetti di lavoro c’è la tentazione di riversarvi dentro qualsiasi cosa possibile pensando che aumenti la percezione del valore del brand, al contrario rischiamo di far fare confusione a chi ci vede o ci legge e ancor prima in noi stessi.

    Chiarire l’intenzione, l’essenza e la direzione sono le mie priorità e per questo credo moltissimo nello spazio vuoto:

    • migliora la comprensione: mette in risalto subito le cose/informazioni importanti, lo scopo;
    • chiarisce i rapporti: aiuta a stabilire gerarchie e organizzare i contenuti visivamente;
    • trasmette sicurezza: sulla storia che si racconta, sulla propria identità.

     

    Il vuoto

    Viene chiamato “spazio bianco” nella grafica e serve per mettere in evidenza le cose e suggerire emozioni e sensazioni.

    Nelle culture orientali il vuoto è sinonimo della “calma” da cui ha origine l’universo.
    Come suggeriscono le regole della Gestalt, il vuoto dà la possibilità al nostro cervello di elaborare soluzioni in base alle esperienze precedenti.

    Lo troviamo nella poesia dove le parole sono scritte “lontane” tra loro, parole circondate da spazi bianchi che le mettono in risalto e le fanno risuonare come in una stanza silenziosa. La disposizione delle parole nello spazio potenzia il testo.

    Spazio bianco non è solo “vuoto” , è anche silenzio.

    Lo troviamo nella musica dove è fondamentale per dare “senso” ad un brano, per esprimere emozioni. Senza le pause chi ascolta sentirà fretta, foga, insicurezza, preoccupazione.
    Lo troviamo ogni giorno nella nostra vita: il respiro che ci permette di apprezzare ogni momento, di vivere, di restare connessi con noi.

    Nella mia immagine di brand c’è molto bianco perché amo la pulizia, il minimalismo, l’ordine, perché cerco la chiarezza del messaggio da comunicare, ma anche perché quando disegno un logo devo scomparire e fare spazio a te, al tuo brand.

    lo spazio bianco è come il silenzio