In fondo l’ho sempre saputo che il caso non esiste, se guardi con attenzione vedi anche tu tutte le piccole coincidenze che, guardate con il senno di poi, tracciano un disegno sottile appena percepibile. Non siamo qui a chiederci quale entità governi l’universo ma impariamo a tracciare fili invisibili e far caso ai piccoli dettagli perché possono fare la differenza in un racconto visivo.

Non c’è una seconda possibilità per una prima impressione.

O. Wilde

Bert Decker, un esperto di comunicazione americano, ha condotto uno studio durante il quale ha dimostrato che il cervello in 2 secondi forma il 50% dell’idea su una persona e nei 4 minuti successivi la completerà. Questa prima impressione influirà enormemente sull’immagine mentale che andremo a sviluppare.

Considerando la velocità con cui tutto si muove adesso, in 2 secondi abbiamo appena il tempo di leggere una riga di testo e forse non riusciamo nemmeno a comprenderla bene a meno che non sia scritta da un esperto. Le immagini sono molto più efficaci: arrivano al cervello più velocemente e riescono a trasmettere emozioni potentissime.

Se siamo in grado di capire cosa può influenzare la percezione nelle persone e conosciamo dove vogliamo portarle, possiamo anche in qualche modo guidarle per raccontare la nostra identità e il nostro progetto. Attenzione non è consigliabile raccontare cose diverse rispetto a quello che siamo, le bugie hanno le gambe corte.
Concordo che è bene approfondire prima di “giudicare” qualsiasi cosa ma non ti capita mai di dover tornare sui tuoi passi e dar ragione alla tua pancia o alla tua pelle?

Cosa può influenzare la percezione di un brand?

I colori utilizzati, le forme, le immagini, i caratteri tipografici, lo spazio bianco, gli allineamenti… comunicano informazioni non verbali come l’abbigliamento delle persone, il tono di voce, la colonna sonora di un film.
Funziona un po’ come quando, parlando, usi un tono di voce piuttosto che un altro: potresti esprimere gioia, tristezza, stanchezza, entusiasmo… solamente pronunciando le parole in modo diverso.

È importante anche la corrispondenza tra questi elementi visivi, le parole utilizzate e il messaggio. E la coerenza nel seguire la direzione scelta.

Per questo quando si progetta un’identità visiva non vanno lasciati al caso i piccoli particolari: possono davvero fare la differenza. Capire quali sono i colori, le forme, i caratteri in armonia con il progetto di lavoro e usarli correttamente fa la differenza tra un’immagine coerente e una dissonante.

L’immagine di brand è spesso lasciata per ultima in favore di contenuti, progetti, prodotti… sembra un accessorio, qualcosa di cui si può fare a meno. Invece studiare le corrispondenze tra parole e immagini permette di seguire il filo sottile tracciato quando hai pensato alla tua identità e alla strategia di comunicazione, permette di presentarsi in modo chiaro, coerente e efficace. Proprio come quando scegli l’abito da usare per il colloquio di lavoro.